8 modi per insegnare il valore dei soldi ai bambini
Insegnare il valore dei soldi ai figli è uno dei compiti fondamentali di noi genitori. Solitamente i soldi sono un argomento da “grandi” e probabilmente in molte famiglie il discorso è addirittura un tabù. La verità è semplice: se vogliamo crescere dei figli finanziariamente saggi è necessario insegnare a gestire i soldi il prima possibile (ovviamente con modi e tempi adatti all’età del bambino).
Nostro figlio prima o poi si ritroverà ad avere a che fare con entrate/uscite e state sicuri che sbaglierà. È normale perché è così che si impara.
Ma perché lasciarlo ad imparare facendo gli sbagli del mondo dei grandi quando grazie a noi genitori potrebbe imparare sfruttando gli sbagli del mondo dei piccoli?
Mi rendo conto di essere molto in anticipo considerato che la mia bambina ha solo 3 anni. Non voglio che cresca troppo velocemente e di certo non desidero esporla a tutti i problemi del mondo adulto.
Vorrei solo prepararmi a darle la possibilità di commettere l’errore di spendere tutta la paghetta ad un gioco della sala giochi. Magari il suo gesto le impedirà di comprare le tanto desiderate figurine e spero realizzerà che non potrà acquistarle a causa della sua scelta in sala giochi. Vorrei cercare di farla ragionare dicendole che forse non sarà il caso di buttare tutti i risparmi in una bambola che nel giro di due settimane verrà dimenticata. Conoscendola, sono sicuro che non mi ascolterà e vorrà comprarla lo stesso. Forse qualche tempo dopo mi confesserà di aver fatto un errore e in quel momento non servirà nemmeno un mio “Te l’avevo detto”.
Sappiate che insegnare il valore dei soldi non significa solo dare lezioni su come si risparmia. Con i giusti consigli potremo indirizzare:
- La gratificazione ritardata;
- La differenza tra “voglio” e “ne ho bisogno”;
- Il senso di responsabilità;
- La capacità di gestire le spese future;
- L’utilizzo controllato dei prestiti;
- La capacità di investire.
Nota
Alcune conclusioni di questo post si basano sullo studio “I giovani e il rapporto con il denaro: dati, riflessioni e visioni per una nuova educazione finanziaria” che fornisce ottimi spunti per analizzare l’attuale fotografia dell’educazione finanziaria dei ragazzi/e tra i 12 e 18 anni.
Insegnare il valore dei soldi parte dal dare il buon esempio
Attenzione genitori perché dovremo lavorare sulla nostra mentalità e il nostro modo di gestire i soldi. Lo studio di Doxa afferma che “L’esempio e il proprio comportamento rimangono, secondo i dati, il miglior criterio proposto dai genitori per alimentare l’educazione finanziaria (47% dei genitori)”. Inevitabilmente i bambini assorbiranno sia i nostri comportamenti corretti sia quelli errati. Per questo motivo dobbiamo dare il buon esempio ed essere coerenti: che cosa può imparare nostro figlio se gli negheremo un gioco e poi ci vedrà sprecare soldi? Non confidiamo sugli insegnamenti che possono arrivare grazie alla scuola.
Il punto di riferimento dei nostri figli siamo noi.
Quando iniziare?
La risposta è facilissima: iniziare il prima possibile. Ovviamente fino a quando i bambini non avranno le nozioni di base di matematica non potremo affrontare approfonditamente l’argomento del bilancio. In ogni caso direi che a partire dai 4 anni potremmo iniziare a spiegare come funziona il bancomat, come facciamo la spesa, etc. A partire poi dai 7-8 anni potremo utilizzare i numeri quindi ben venga l’introduzione del bilancio familiare. L’importante è riconoscere fino a che punto potremo spingerci.
La paghetta come strumento per insegnare il valore dei soldi
Che cos’è la gestione delle spese? È la gestione delle entrate ed uscite. Le uscite di un bambino sono praticamente infinite! Se dovessimo dar ascolto a tutte le sue richieste, ci ritroveremmo a comprare tutto quello che vede in televisione. Ma le entrate? Come possiamo permettere ai nostri figli di mettere in pratica i nostri insegnamenti senza fornirgli un’entrata fissa? E qui entra in gioco la paghetta come strumento di insegnamento.
Non ci sono regole fisse per decidere l’importo della paghetta. In ogni caso, insegnare a risparmiare una determinata percentuale di paghetta prima di poter spendere il resto è un ottimo metodo per introdurlo al mondo del risparmio.
Sbagliando si impara
Probabilmente questo è il passo più complesso e innaturale. Dovremo essere pronti a morderci la lingua quando capiremo che nostro figlio starà per commettere un errore. Obbligarci a stare zitti sarà un nostro compito perché solo così gli permetteremo di sbagliare ed eventualmente imparare dagli errori.
Non possiamo permettere che la nostra mancanza di auto-controllo impedisca ai figli di imparare. Diamo fiducia e lasciamoli commettere 1,2,3 … 123456789 errori. Pian piano saranno loro a chiederci un parere. E in quel momento dovremo dare il meglio di noi stessi. Prepariamoci!
Insegnare il valore dei soldi senza parlare dei problemi dei “grandi”
Non c’è dubbio sul fatto che il mondo dei bambini sia totalmente diverso dal mondo dei grandi.
Quali sono i nostri problemi? La rata del mutuo, l’assicurazione da pagare, il 730 da fare…
Quali sono invece i problemi del bambino? Ho perso la palla al parchetto, non riesco più a trovare la mia macchinina preferita, voglio mettere il vestito di carnevale tutto l’anno!
Educare i nostri figli alla gestione dei soldi è un tema delicato. Ed è per questo motivo che noi genitori abbiamo il compito di raggiungere l’obiettivo mantenendo separati i nostri problemi dalla loro educazione. Cerchiamo di non farli entrare nei discorsi dell’economia familiare adulta. Non può che essere controproducente. Il mio consiglio è: lavoriamo per fare in modo che grazie ai nostri preziosi insegnamenti non dovranno mai ritrovarsi ad affrontare i problemi del mondo adulto.
Avere regole chiare fin dall’inizio
Nel momento in cui nostro figlio comincerà ad avere soldi è fondamentale stabilire con precisione chi comprerà che cosa. Una possibile suddivisione potrebbe essere questa: il genitore si occupa di pagare per le esperienze (corsi, gite, visite guidate, campeggio, musei, libri, concerti, etc) mentre il figlio si farà carico di tutto l’extra (vestiti, accessori, giochi, riviste, abbonamenti online, etc).
Magari sceglierete un metodo diverso ma l’importante è stabilire le regole fin da subito.
Utilizzare i contanti
Lo studio di Doxa che ho citato ad inizio articolo è stato pubblicato nel 2016. Al suo interno è possibile trovare interessanti considerazioni sui problemi dovuti all’attuale processo di dematerializzazione del denaro e possibili conseguenze sui nostri figli. Ritengo importante mettere in evidenza che nel 2016, 1 ragazzino su 3 prediligeva gli acquisti online. Sono passati 3 anni e oggi i ragazzini saranno sicuramente diventati 2 su 3. Un altro concetto da evidenziare è che “il 30% dei ragazzi ha dichiarato di aver fatto acquisti senza rendersene conto”. Questo rappresenta altro lavoro per noi genitori perché dovremo sgobbare anche per aiutare il bambino a capire che quei numeri visualizzati sul conto online non sono solo numeri ma valgono tanto quanto il relativo importo in banconote o monete. Inoltre, cerchiamo di non trascurare il fatto che sarà necessario un bel corso intensivo sul riconoscimento delle possibili truffe online.
Come rendere responsabili
I lavori domestici sono nati appositamente per insegnare ad essere responsabili. L’importante è evitare di stimolare nostro figlio promettendo una ricompensa economica. I lavoretti in casa fanno parte degli obblighi di qualsiasi membro della famiglia ed è per questo motivo che non dovrebbero essere ricompensati. Il bambino li deve fare perché è quello che va fatto per contribuire attivamente alla vita familiare e non perché riceverà un compenso.
Lo stesso vale per il “comportarsi bene” oppure per il “prendere un buon voto a scuola”. Non ricompensiamo i nostri figli economicamente. La ricompensa per aver ricevuto un ottimo voto sarà la soddisfazione personale di aver raggiunto e superato un obiettivo.
Anche su questo punto lo studio Doxa ci fornisce spunti per una riflessione. Il documento afferma che “la gran parte dei ragazzi ha del denaro a disposizione (87% del totale), principalmente proveniente dai regali in occasioni di compleanno/festività (74%), in cambio di buoni risultati scolastici (51%) o se “si comportano bene” (33%)”. Che ne pensate?
Nel paragrafo seguente continua dicendo che “Il denaro come ricompensa per un lavoro è un concetto trasmesso all’incirca al 50% degli adolescenti intervistati. Ricerche americane confermano che […] negli ultimi anni il numero di adolescenti impiegati in un lavoro – perché motivati dalla necessità di rendersi autonomi dai genitori o stimolati dai genitori stessi – è drammaticamente diminuito”.
Io spingerò per mandare a lavorare mia figlia il prima possibile! Ho iniziato a lavorare a 14 anni (solo d’estate) e sono certo che le mie prime esperienze lavorative sono state fondamentali per capire quale strada intraprendere.
Insegnare ad investire
È troppo insegnare a nostro figlio che tenere i soldi “sotto al materasso” non è consigliabile perché l’inflazione piano piano ne consumerà il potere d’acquisto? È esagerato voler insegnare che cos’è un investimento a lungo termine? Vale la pena spiegare che cosa sono gli interessi?
Insegnare ai nostri figli il significato degli investimenti e magari iniziare ad investire per loro potrebbe essere il miglior regalo che un genitore possa fare. Grazie agli interessi, un investimento di 1000€ oggi potrebbe trasformarsi nell’anticipo del mutuo domani. Quindi perché non dare qualche suggerimento anche su quest’argomento? Magari noi abbiamo iniziato ad investire tardi ma nostro figlio potrebbe iniziare da subito e chissà quali risultati riuscirà ad ottenere!
In conclusione vorrei solo ripetere che noi genitori siamo il punto di riferimento per i nostri figli. Non confidiamo sugli insegnamenti che riceveranno a scuola e non lasciamoli ad imparare tutto da soli. Imparare la gestione e il valore dei soldi potrebbe potenzialmente cambiare la vita.
E voi che ne pensate? Iniziare a 7-8 anni è forse troppo presto? È meglio lasciare che i nostri figli facciano gli errori come li abbiamo fatti noi perché in fondo questa è la ruota della vita?
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